Il Corriere della Sera - 24. 07. 2009.pdf

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VENERDÌ 24 LUGLIO 2009 ANNO 134 - N. 174
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Dinastie in guerra
Calciomercato
Oggi in edicola
Volkswagen insieme a Porsche
Eto'o è dell’Inter:
«Vengo per vincere»
L’Europeo
Cronaca nera, volume 2
«Cadaveri eccellenti»
Il gruppo di Wolfsburg vuol diventare il primo al mondo
di Alessandro Bocci
apagina36
a6,90euro
di Danilo Taino apagina26
più il prezzo del quotidiano
Il governo blinda il decreto anticrisi
Il Senato rinvia la riforma
Presentato un maxiemendamento: sì di Fini che però esclude due norme
IL P REMIER T ORNI
A F ARE IL P REMIER
Il governo ha posto la fiducia sul de-
creto anticrisi che verrà votato oggi. Il te-
sto poi passerà al Senato.
L’intervista
Giannelli
La Prestigiacomo:
colleghi arroganti
O BAMA F INISCE
SOTTO S CACCO
SUL P IANO S ANITÀ
Nuovo testo. Confermate tutte le prin-
cipali misure: sanatoria per colf e badan-
ti; scudo fiscale; agevolazioni a imprese.
È saltata la nuova stretta sui servizi ban-
cari.
di MASSIMO FRANCO
I rumori di fondo ri-
di SERGIO RIZZO
non è presente. Le frizioni
fra governo e presidenza
della Camera sui decreti
d’urgenza e sulla fiducia,
il conflitto fra palazzo Chi-
gi e spinte localiste, e il
nervosismo fra ministri
sono indizi di una pulsio-
ne centrifuga.
Si tratta di fenomeni cir-
coscritti quando prevalgo-
no le capacità berlusconia-
ne di amalgamare interes-
si contrastanti; sull’orlo
dello strappo politico, in-
vece, se vengono lasciati
lievitare senza mediazio-
ne. Il risultato è un senso
di precarietà attribuibile
per intero alla maggioran-
za; e giustificato ma non
compensato dalla debolez-
za che l’opposizione dimo-
stra in questa fase. L’assen-
za di alternative provoca
una sicurezza a doppio ta-
glio. Accentua l’illusione
di poter procedere senza
veri pericoli di caduta. E
trascura il rischio del logo-
ramento, perfino più insi-
dioso.
Forse, archiviare con
nettezza una stagione e
iniziarne un’altra con me-
no miracoli e distrazioni,
e maggiore assiduità nel
lavoro governativo, non
sarebbe male. Può darsi
non basti a invertire una
parabola discendente che
gli avversari sembrano da-
re per inevitabile, e alcuni
alleati di Berlusconi intra-
vedono e temono. Servi-
rebbe però a rassicurare il
Paese sulla volontà di fare
il possibile per aggredire
la crisi economica e argi-
narne i probabili contrac-
colpi autunnali: magari co-
minciando proprio con
un «piccolo summit» del
governo in Abruzzo, luo-
go-simbolo delle promes-
se da mantenere e da non
deludere.
di MASSIMO GAGGI
mangono. Ma appaio-
no un po’ indeboliti
dall’assuefazione alla
vita privata assai poco san-
ta del presidente del Consi-
glio; e soprattutto bilancia-
ti e sovrastati da problemi
politici ed economici me-
no vistosi e più seri per il
futuro del governo. Per Sil-
vio Berlusconi le tensioni
possono venire da lì. Si
comprende la sua tesi se-
condo la quale il resto gli
scivola addosso come ac-
qua. La crisi, però, promet-
te di rimanergli attaccata
e di logorarlo, se non la af-
fronta con dedizione anco-
ra maggiore.
Finora, il premier ha da-
to l’impressione di occu-
parsene con uno sguardo
distratto dall’esigenza di
difendersi sul piano perso-
nale e a livello internazio-
nale. Ma può diventare
un’ubiquità impossibile.
L’opinione pubblica si
aspetta una concentrazio-
ne sulle emergenze vere e
un impegno costante, pa-
ziente, fattivo: una presen-
za anche fisica del pre-
mier che privilegi simboli-
camente più palazzo Chigi
e meno palazzo Grazioli, a
Roma; e più L’Aquila e le
zone terremotate e meno
le ville da sogno e da gos-
sip in Sardegna. È probabi-
le che Berlusconi ritenga
di fare già il massimo.
Il richiamo reiterato a
quelli che chiama i «mira-
coli» del governo riflette
un’autopercezione quasi
religiosa della propria lea-
dership . Il controllo sulla
maggioranza, tuttavia, è
intermittente. Un centro-
destra tagliato su misura
per lui, tende a smagliarsi
e ad entrare in sofferenza
appena Berlusconi ha la te-
sta altrove o comunque
Fini. Il maxiemendamento è stato am-
messo al voto dal presidente della Came-
ra, Fini, che ha escluso un paio di norme
e non ha risparmiato critiche al governo.
A PAGINA 2 Di Caro, Sensini
Il ministro
dell’Ambiente, Stefania
Prestigiacomo, attacca i
suoi colleghi di governo che
approfittando del decreto
anticrisi l’avrebbero voluta
privare dei poteri di
autorizzazione ambientale in
materia di energia (anche
nucleare) affidandoli ai
commissari straordinari: «Sono
arroganti». E attacca: «Lo hanno
fatto in mia assenza, mentre ero
all’estero, ma io non accetterò».
finanziario, né Afghanistan né
terrorismo: Obama si gioca tutto sulla
sanità. Una riforma difficilissima ma
ineludibile non solo perché dal
contenimento dei costi per la salute
dipende la tenuta del bilancio federale,
ma soprattutto perché, per varare un
piano davvero efficace, il presidente deve
alterare i pesi del sistema tributario e
convincere gli americani a cambiare il
loro modo di usufruire dei servizi sanitari.
CONTINUA A PAGINA 8
A PAGINA 5 Caretto e A. Grasso
Il caso D’Addario
Frattini: escort
pagate dai giornali
A PAGINA 12 Martirano
A PAGINA 3
Incendi sulle coste
Crescono i consumi. Prezzi giù: cocaina come un aperitivo
Droghe, tutti i dati
di un’emergenza
Nel 2012 saranno un mi-
lione i consumatori di co-
caina (700 mila) e di ec-
stasy e anfetaminici (270
mila), il 3% degli italiani
trai15ei54anni.Maa
preoccupare è l’abbassa-
mento dei prezzi delle dro-
ghe: per una dose di polve-
re bianca nel 2012 si spen-
deranno 13 euro. Solo 7
per una di eroina brown .
Meno, molto meno, di una
serata in pizzeria. «Una
strategia—dicono gli ana-
listi — per abbassare l’età
dei consumatori, allargan-
done la base». E se la cocai-
na si conferma «una piaga
sociale», il futuro sarà in
realtà un ritorno: quello
dell’eroina, il cui mercato
è previsto in aumento del
40% nei prossimi tre anni.
A PAGINA 6
Galli e Giuzzi
Simulazioni pericolose
I bambini e il gioco
dello spacciatore
di FULVIO SCAPARRO
quando eravamo bambini,
giocavamo a guardie e ladri o indiani
e cowboys, con finte sparatorie e finte
uccisioni. Anche noi mettevamo in
scena confronti tra buoni e cattivi,
situazioni emotivamente coinvolgenti,
forse per esorcizzare le nostre paure,
forse per allenarci giocando alla vita,
forse perché non c’è gioco
senza un minimo
di incertezza e di brivido.
Ancora oggi questi giochi con i dovuti
aggiornamenti fanno parte del
repertorio standard dei più piccoli.
Fuoco in Sardegna: 2morti, turisti evacuati
Due morti, decine di intossicati, 10 mila ettari andati in fumo: è il bilancio di una serie
di incendi che sta devastando la Sardegna, da nord a sud, particolarmente violenti nel Sassarese.
Sgombrata anche la colonia penale di Is Arenas, con i detenuti trasferiti sulla spiaggia. Bertolaso
(Protezione civile): siamo stati avvisati in ritardo.
A PAGINA 17 Arachi e Pinna
CONTINUA A PAGINA 6
Milano Dimenticata in albergo: così è partita l’inchiesta su un manager
Il giallo della busta con 45 mila euro
di LUIGI FERRARELLA
Ha dimenticato in un albergo di Milano
una busta con 45 mila euro e ora si ritrova
indagato per riciclaggio, aggiotaggio e
ostacolo all’attività di Consob e Bankitalia.
E’ nata da una distrazione la vicenda di
Massimo Caputi, ex numero uno di Svilup-
po Italia e ora amministratore delegato di
due società di gestione del risparmio, Zero
e Fimit. La direzione dell’albergo ha avvisa-
to i carabinieri, sono partite le indagini
per riciclaggio e le intercettazioni, che han-
no sollevato interrogativi sulla situazione
di tre fondi immobiliari quotati in Borsa.
La difesa: il gruppo è solido . A PAGINA 25
Insegnerà a Sydney
Scade il visto al prof indiano
E la Bocconi perde il ricercatore
di GABRIELA JACOMELLA
Vikas Kumar, 32 anni, indiano, economista: aveva
un contratto da ricercatore all’Università Bocconi
di Milano. Ma il suo visto era scaduto e la
burocrazia ne ha impedito il rinnovo. Ora ha
accettato un lavoro all’Università di Sydney.
A PAGINA 22
http://italmegaupload.blogspot.com/
Posta la fiducia sul provvedimento, oggi il voto alla Camera. Sono state ammorbidite le misure sulle banche
❜❜
N é Iran né crollo del sistema
S i dirà: ma anche noi un tempo,
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2 Primo Piano
Venerdì 24 Luglio 2009 Corriere della Sera
#
La recessione Il decreto anticrisi
100
miliardi di euro è il volume dei capitali che
potrebbero rientrare con lo scudo fiscale
Salta la nuova stretta sulle banche
Le modifiche
Maxiemendamento del governo, arriva la fiducia. I paletti di Fini
La commissione
ROMA — Salta la nuova
stretta sulle banche, sparisco-
no il condono fiscale per i con-
cessionari delle slot machines
e il controllo del Parlamento
sulla Corte dei Conti. Sono so-
stanzialmente tre le modifi-
che al decreto anticrisi che il
governo ha deciso di portare
in Aula alla Camera con un ma-
xiemendamento di 47 pagine
sul quale verrà votata oggi
stesso la fiducia.
Il nuovo testo del governo,
che raccoglie tutti gli articoli
del decreto, è stato ammesso
al voto dal presidente della Ca-
mera, Gianfranco Fini, fatta ec-
cezione per un paio di norme
che non hanno superato il va-
glio di ammissibilità. Fini ave-
va promesso il massimo rigo-
re sul maxiemendamento, an-
nunciando che non avrebbe
accettato novità rispetto al te-
sto discusso in Commissione,
e dando il via libera alla pre-
sentazione del testo non ha ri-
sparmiato critiche al governo.
RETROMARCIA— «La scel-
ta del governo non solleva
questioni regolamentari, ma
rilevo come possa essere fon-
te di imbarazzo sul piano del
rapporto tra governo e Parla-
mento — ha detto Fini — il
fatto che si proponga oggi la
soppressione di disposizioni
su cui solo pochi giorni fa il
rappresentante del governo si
era espresso favorevolmente
in Commissione». Lo stesso Fi-
ni ha ricordato che nonostan-
te il recente invito del Quirina-
le ad evitare «provvedimenti
eterogenei» che «sfuggono al-
la comprensione dell’opinio-
ne pubblica», anche questa
volta ci sia stato «un consi-
stente ampliamento» del de-
creto con l’aggiunta in Com-
missione di numerosi altri ar-
ticoli. Poi, però, Fini ha ricor-
dato al governo che «il bino-
mio maxiemendamento-fidu-
cia accentua le difficoltà dei
rapporti tra governo e Parla-
mento e tra maggioranza e op-
ta in Commissione, «in con-
trasto con gli standard inter-
nazionali e la normativa Ue»
ha spiegato il ministro del-
l’Economia, Giulio Tremonti.
«Resta fermo dal punto di vi-
sta politico — ha aggiunto
— l’intento espresso dal Par-
lamento, assorbito dalla scel-
ta del governo di operare con
la logica di un avviso comu-
ne per una forte moratoria
nel sistema bancario e nei
rapporti finanziari».
TERZA LETTURA — L’esa-
me di ammissibilità condotto
dagli uffici di Fini ha fatto sal-
tare anche il capitolo sul mer-
cato dell’energia, anche se re-
sta irrisolto il problema delle
competenze sottratte dal Par-
lamento al ministero dell’Am-
biente. La norma, ha garantito
il premier al ministro Presti-
giacomo, sarà modificata nel
passaggio del decreto al Sena-
to, anche se a questo punto
servirà un nuovo passaggio al-
la Camera. Il governo è inter-
venuto invece per modificare
ancora una volta la tassazione
delle plusvalenze sull’oro, che
per quanto riguarda le dispo-
nibilità di Bankitalia sarà su-
bordinata al parere «non osta-
tivo» della Banca Centrale eu-
ropea. Salta anche «il ravvedi-
mento operoso», cioè una sor-
ta di sanatoria, per le conces-
sionarie delle slot machines,
mentre viene confermata la
gara per le quattro concessio-
ni del Gratta e Vinci. Cancella-
te dal governo anche le norme
introdotte in Commissione
che prevedevano il controllo
parlamentare sul bilancio del-
la Corte dei Conti. Altre picco-
le modifiche marginali riguar-
dano i termini per la predispo-
sizione dei nuovi studi di set-
tore, gli ammortizzatori socia-
li per i settori non coperti dal-
la cassa integrazione, che sa-
ranno stabiliti con un decreto
dei ministri del Lavoro e del-
l’Economia.
Evasione:
serve un
redditometro
di massa
Tassi Sulle modifiche unilaterali
dei contratti bancari vengono
aboliti i due paletti che
prevedevano un aumento
comunque non superiore al 5%
del tasso concordato e il
raddoppio del termine per il
recesso dal contratto (da 60 a
120 giorni) per i clienti.
ROMA — Un nuovo
«redditometro di massa»
per fare «accertamenti
sulla generalità dei
contribuenti»,
individuando in maniera
automatica il reddito
imponibile. È la proposta
della commissione
parlamentare di
vigilanza sull’anagrafe
tributaria nella relazione
sull’evasione fiscale
presentata ieri a
Montecitorio. Il
presidente della Camera,
Gianfranco Fini, ha
chiesto «un’azione
ancora più incisiva» per
recuperare le tasse evase.
Il presidente della
commissione, Maurizio
Leo (Pdl), ha spiegato
che il nuovo
redditometro servirebbe
soprattutto perché «gli
studi di settore stanno
dimostrando di non
essere più uno
strumento efficace». Leo
ha ricordato che nel
2007 l’80% dei
contribuenti ha
dichiarato non più di 26
mila euro e il 50% non
più di 15 mila. Il nuovo
redditometro, dice la
relazione, dovrà essere
«automatico» e, quindi,
in grado di «individuare
con chiarezza e
immediatezza il reddito
imponibile».
Il ministro
dell’Econo-
mia Giulio
Tremonti
con
Gianfranco
Fini
posizione», «alimentando ten-
sioni». E ha chiesto, per il futu-
ro, una riflessione generale
sulle prassi di conversione dei
decreti e la loro emendabilità.
LE MODIFICHE — Il nuovo
testo del governo conferma
tutte le principali misure del
decreto, dalla sanatoria per
colf e badanti, allo scudo fi-
scale, alle agevolazioni sugli
investimenti delle imprese. È
saltata, invece, la nuova stret-
ta sui servizi bancari adotta-
Massimo scoperto Novità
anche sul fronte delle commissioni
di massimo scoperto. Si torna al
testo originale che prevede
comunque il limite dello 0,5% ai
costi applicati per il servizio di
messa a disposizione di fondi ma
cade l’inserimento nel tetto di
eventuali sconfinamenti.
Il tasso salirà al 7,9%
Dall’Isae allarme disoccupazione
Quest’anno 300 mila posti di lavoro in meno
Previsioni
L’ Economist
in edicola oggi
preannuncia
la fine della
recessione
globale.
Ma avverte:
la via d’uscita
sarà più difficile
e complessa
per molti Paesi
indebitati
MILANO — Saranno circa 300 mila i posti di lavoro che andranno persi
nel corso del 2009. Lo prevede l’Isae nel rapporto «Previsioni per
l’economia italiana», secondo cui «il forte ricorso alla Cig e alle forme di
lavoro part-time contribuirebbe ad attutire l’impatto della crisi sui posti
di lavoro effettivamente persi». Il tasso di disoccupazione salirà così al
7,9% quest’anno e al 9,3% nel 2010.
Sempre secondo l’Isae, il tasso di crescita dei salari pro-capite toccherà
quest’anno il livello più basso mai registrato dal 1970 ad oggi.
Bonifici e assegni La data di
valuta dei bonifici e degli assegni
circolari non potrà superare un
giorno, mentre quella di disponibilità
i quattro giorni (era stata portata in
commissione a uno). Per gli assegni
bancari, la valuta sarà a tre giorni e
la disponibilità a cinque (era scesa a
tre).
Mario Sensini
Dietro le quinte Le competenze del ministero e il pressing dei parlamentari del Meridione
Ambiente e «partito del Sud»
I dossier finiscono a palazzo Chigi
senza in massa dei deputati in pieno
periodo di vacanze c’è chi nutre forti
dubbi.
E però, la promessa di Berlusconi è
un fatto, messa nero su bianco dalla
stessa Prestigiacomo in una nota uffi-
ciale. Ma perché il premier ha preso
una decisione che potrebbe irritare la
Lega e lo stesso Tremonti, e che molto
probabilmente sarà oggetto oggi di un
duro braccio di ferro in Cdm? La mi-
naccia di dimissioni del ministro è un
motivo magari di per sé sufficiente,
ma anche il contemporaneo scontento
dei tanti esponenti del Pdl che tifano
per un «partito del Sud» (del quale la
Prestigiacomo sarebbe una delle ban-
diere) potrebbe aver pesato. Ieri infatti
Berlusconi ha passato tutta la mattina
con lo stato maggiore del Pdl a discute-
re di come placare gli animi dei parla-
mentari (tra i quali anche ministri co-
me Fitto) meridionali in subbuglio —
alcuni dei quali pensano addirittura a
un gruppo autonomo per far sentire la
propria voce —, e una via d’uscita a
cui si sta lavorando è quella di lanciare
una volta per tutte un concreto «piano
per il Sud» dotato di fondi reali, e affi-
dare a Gianfranco Micciché la guida di
una consulta per il Mezzogiorno facen-
dolo entrare in una cabina di regia eco-
nomica a palazzo Chigi. Quella che Tre-
monti — incontrato ieri sera dal Cava-
liere per fare il punto — vedrebbe di
buon occhio. E che invece gli sconten-
ti parlamentari del Pdl contestano per-
ché «non si può rispondere con un’ini-
ziativa dall’alto alle istanze del Meri-
dione».
ROMA — Alla fine, è stato meno
tormentato il varo del maxi-emenda-
mento al decreto anticrisi che la solu-
zione del caso Prestigiacomo. Perché,
se dopo una trattativa serrata tra il pre-
sidente della Camera e il ministro Tre-
monti il governo è riuscito a portare a
casa senza drammi, anche se tra le pro-
teste dell’opposizione, l’autorizzazio-
ne a porre la fiducia sul provvedimen-
to (che si voterà nel tardo pomeriggio
di oggi), sul ruolo di controllo del mi-
nistro dell’Ambiente sulle politiche
energetiche la partita è ancora aperta.
E se sarà il Consiglio dei ministri di sta-
mattina a chiuderla definitivamente è
tutto da vedere.
Lei assicura che Berlusconi le ha
promesso che le saranno restituiti i po-
teri tolti quando il decreto approderà
al Senato, la settimana prossima. Ma
sul punto, per tutto il giorno uomini
vicini al premier e al ministro dell’Eco-
nomia spargevano scetticismo: «Non
si cambia nulla, il Consiglio dei mini-
stri si è già espresso e la Prestigiaco-
mo dovrà farsene una ragione», era il
refrain. Anche perché, se la decisione
di togliere poteri al ministro per affi-
darli a commissari straordinari è stata
presa «il motivo è una semplificazione
e una velocizzazione dei lavori, dun-
que non si torna indietro».
D’altra parte, a quanto raccontano,
ieri Tremonti nei suoi concitati collo-
qui con Fini che hanno portato alla ri-
scrittura del maxi-emendamento, non
ha mai proposto una marcia indietro
sul caso Prestigiacomo, come invece è
accaduto per il contestato (dall’Abi)
provvedimento sulle banche che il go-
verno alla fine ha cambiato, nonostan-
te il rimbrotto pubblico, in Aula, dello
stesso Fini, che pure in questo ultimo
periodo — come confermano a palaz-
zo Chigi — con Berlusconi ha «ottimi
rapporti». E dire che il presidente del-
la Camera non sarebbe stato contrario,
da un punto di vista politico, a restitui-
re al ministro dell’Ambiente i poteri di
controllo sottratti.
Ma a cambiare l’aria è stata appunto
l’assicurazione che Berlusconi ha volu-
to dare alla Prestigiacomo che si sareb-
be posto rimedio alla questione al Se-
nato. Una decisione che ha lasciato ge-
lidi i sostenitori del ridimensionamen-
to del ministro dell’Ambiente, primo
fra tutti il ministro leghista Calderoli,
che non vede opportuno né nel merito
né nei tempi un cambiamento a palaz-
zoMadama. Sì perché, come commen-
tano preoccupati nel governo, se il de-
creto subisse modifiche in Senato, do-
vrebbe poi tornare alla Camera nella
prima settimana di agosto, e sulla pre-
Slot e giochi Salta il mini
condono sui concessionari delle
new-slot sugli anni 2004-2007 per
le violazioni relative ai versamenti
del prelievo erariale unico. E si
delinea la gara per il Gratta e Vinci:
saranno al massimo quattro gli
operatori che gestiranno i Gratta e
Vinci in reti di vendita esclusive
Il ministro Elio
Vito ha preso
l’iniziativa nella
procedura di fiducia
A Gianfranco
Micciché il
progetto consulta
per il Meridione
Di Pietro chiede
al Quirinale di
fermare il decreto
anti-crisi
Per Faissola (Abi)
la stretta sulle
banche creerebbe
molte difficoltà
Corte dei Conti Cancellato
l’obbligo di azione disciplinare da
parte del procuratore generale verso
i pm nel caso di segnalazione del
presidente dei magistrati contabili.
Salta anche il controllo del
Parlamento sul budget dell’Istituto.
Restano invece i paletti alle indagini
della corte sugli illeciti tributari.
Paola Di Caro
http://italmegaupload.blogspot.com/
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Corriere della Sera Venerdì 24 Luglio 2009
Primo Piano
3
#
5
miliardi di euro le potenziali entrate fiscali
per lo Stato con il rientro dei capitali
200
milioni di euro di risparmi previsti per l’Inps
con le nuove pensioni nel pubblico impiego
+0,5%
la crescita del Pil prevista dal governo per
il 2010, a fronte del -5,2% di quest’anno
Le bocciature
Prestigiacomo
Il ministro dell’Ambiente attacca Scajola, Matteoli e Calderoli. Critiche anche a Tremonti
Le nomine
Istat cambia
dopo 8 anni
Giovannini
in pole
ROMA — Inaccettabile. Prepotenza.
Arroganza. Il vocabolario che Stefania
Prestigiacomo usa per definire ciò che
le è capitato ieri non lascia dubbi alle
interpretazioni. Il ministro dell’Am-
biente attacca i suoi colleghi che appro-
fittando del decreto anticrisi l’avrebbe-
ro voluta privare dei poteri di autorizza-
zione ambientale in materia di energia,
affidandoli ai commissari straordinari.
Chi sono? Claudio Scajola, Altero Matte-
oli, Roberto Calderoli. Ma ce n’è anche
per Giulio Tremonti.
Ieri è circolata la voce che era tal-
mente arrabbiata da minacciare di di-
mettersi.
«Fin dal mio ingresso al ministero
sono stata convinta che la sfida dello
sviluppo sostenibile fosse possibile e
vincente. Ho riorganizzato il ministe-
ro, che ho trovato disastrato, e che era
diventato ostacolo allo sviluppo del Pa-
ese. È stato un lavoro durissimo. Ma so-
no fiera dei risultati e posso dimostra-
re che si sta operando in maniera effi-
ciente».
Qualcuno l’ha messo in dubbio?
«Non lo so. Ma adesso scopro che in
mia assenza, mentre ero all’estero a
rappresentare gli interessi del Paese,
sono state azzerate parti significative
delle competenze fondamentali del mi-
nistero dell’Ambiente, quelle che ri-
guardano le autorizzazioni».
Azzerate?
«Commissariate e trasferite altrove,
semplicemente. Nel decreto anticrisi è
stato introdotto un articolo che affida i
poteri ai commissari straordinari. La
prima versione dell’articolo puntava a
commissariare tutti i ministeri ma poi
in consiglio dei ministri la norma è sta-
ta cambiata ed è rimasta solo la parte
relativa al ministero dell’Ambiente».
La prova che ce l’hanno proprio
con lei?
«Il dato è che vengono bypassati
meccanismi di controllo su argomenti
delicatissimi come quelli sull’ambien-
te, la sicurezza e la salute dei cittadini.
Se questa norma passerà tre ministeri,
fra i quali non il mio, proporranno i
commissari straordinari per le reti elet-
triche e gli impianti di produzione di
energia».
Quali sono i ministri?
«Quelli dello Sviluppo Claudio Scajo-
la, delle Infrastrutture Altero Matteoli e
della Semplificazione Roberto Caldero-
li, un ruolo quest’ultimo che non mi pa-
re comprende la consulenza di esperti
in materia di energia».
Pure Calderoli?
«La cosa divertente è che è circolato
un documento attuativo con le opere
da commissariare per decreto. Con un
meccanismo assurdo, perché i commis-
sari sarebbero assistiti dalle strutture
della Presidenza del Consiglio e da
quelle del ministro della Semplificazio-
ne normativa».
Forse per rendere tutto più sempli-
ce. Non crede?
Mercato Unico dell’energia
È saltato dal testo del decreto
anticrisi il lungo capitolo
che avrebbe dovuto introdurre
norme per dare impulso
alla realizzazione del mercato
unico dell’energia elettrica
attraverso lo sviluppo di
interconnector.
Per il presidente della Camera
Gianfranco Fini il capitolo sulle
reti dell’energia è inammissibile
perché non è stato dibattuto
in sede di Commissione
e perché presenta «delicati profili
di problematicità» rispetto al ddl
Sviluppo.
«Prendiamo atto di quanto detto
nella forma e nella sostanza
sull’energia e gli studi di settore
e condividiamo perfettamente le
ragioni della presidenza della
Camera», ha affermato il ministro
dell’Economia, Giulio Tremonti.
«Colleghi arroganti
di Terna, e quattro verranno da me au-
torizzati entro luglio. Di che stiamo par-
lando?»
Di un segnale di profonda disatten-
zione del governo nei confronti delle
tematiche ambientali?
«Non credo. L’attenzione per l’am-
biente è fondamentale. La tutela am-
bientale è al centro delle politiche di
tutti i grandi Paesi industrializzati e ini-
zia ad esserlo anche nei Paesi in via di
Sviluppo. Ovunque si punta sull’econo-
mia verde per contribuire a risolvere la
crisi...»
Allora che spiegazione si dà?
«Sono incredula, vivo quello che è
successo come una prepotenza e un’ar-
roganza. C’è la chiara volontà di viola-
re e spostare i centri decisionali. In un
anno ho autorizzato 160 progetti. Ho ri-
solto il problema della riconversione
della centrale di Porto Tolle da olio
combustibile a carbone pulito, che si
trascinava da otto anni. Ho risolto il
problema dell’Ilva di Taranto. Ho sbloc-
cato tre rigassificatori... Le mando
l’elenco. Questa sarebbe inefficienza?»
C’è chi critica le procedure della
Via, giudicate lunghe ed eccessive.
«I commissari della Valutazione
d’impatto ambientale sono tutti esper-
ti di alto livello scientifico, hanno lavo-
rato tanto e con abnegazione, sacrifi-
cando spesso anche le ferie. E ricordo a
tutti che i costi della commissione non
ricadono sui contribuenti ma sono a ca-
rico delle aziende. Ma nonostante sia
previsto dalla legge quelle somme non
vengono poi riversate dal Tesoro al mi-
nistero. Le sembra giusto?»
Non ci mancava che questa.
«Penso che sia un attacco politico.
Non condivido questo metodo. Vorrei
capire il perché di queste scelte».
Ha chiesto chiarimenti a Scajola,
Matteoli, Tremonti?
«Ci ho parlato ma non ho avuto ri-
sposte convincenti da parte dei miei
colleghi. Mi affido a Berlusconi, il qua-
le mi ha assicurato che ci sarà un inter-
vento correttivo».
(s. riz.) — A meno di
sorprese in extremis
sarà Enrico Giovannini
il prossimo presidente
dell’Istat. Dove del
resto è ben conosciuto.
All’istituto di statistica
Giovannini ha lavorato
infatti a due riprese per
ben quindici anni,
raggiungendo la
posizione di direttore
del dipartimento delle
statistiche economiche.
E ora tornerebbe per la
terza volta. Ma dire che
la poltrona di
presidente dell’Istat
sulla quale ora
dovrebbe essere
collocato scotta, è un
eufemismo. Come sa
bene il suo
precedessore.
nessun commissario»
«Ora intervenga Berlusconi»
Studi di settore La proroga da
fine settembre a fine dicembre
della pubblicazione
dell’aggiornamento degli studi di
settore è stata dichiarata
inammissibile perché materia
nuova. La norma, è stata
giudicata non ammissibile dalla
presidenza della Camera anche
perché non contenuta nel testo
approvato dalle commissioni, e
potrà però essere recuperata in
altri provvedimenti subito dopo la
pausa estiva. Il ministro Tremonti
ha preso atto, anche in questo
caso, come per il tema delle reti,
delle ragioni della presidenza
della Camera. Intanto, il
presidente della Commissione
parlamentare di Vigilanza
sull’Anagrafe Tributaria, Maurizio
Leo, è tornato a chiedere
l’adozione di un «redditometro di
massa» che sostituisca gli studi
di settore, strumento «superato»
«Complimenti. Questo significa che
anche la Valutazione d’impatto ambien-
tale di una centrale nucleare sarà nelle
mani di un commissario. Ci rendiamo
conto? In una sola persona si concen-
trerebbero poteri attribuiti a organi col-
legiali secondo norme dell’Unione eu-
ropea, come la Via ma anche l’Autoriz-
zazione integrata ambientale».
Lei che pensa?
«Siccome credo di essere stata effi-
ciente, sinceramente sono rimasta ama-
reggiata. Il provvedimento dev’essere
modificato o stralciato. Posso anche ca-
pire che si nominino dei commissari
straordinari, quando sono necessari.
Ma in questo caso non ha senso. Confi-
do che Silvio Berlusconi saprà risolve-
re il problema, come sempre».
Come sempre? Proprio Berlusconi
è il grande sostenitore dei commissa-
ri straordinari. Ne aveva promessi ad-
dirittura sedici per le grandi opere.
«Ma in questo caso si spostano sem-
plicemente i luoghi della decisione da
un posto a un altro e si sacrificano pas-
saggi a tutela della collettività che non
è possibile sacrificare. Questo non è ac-
cettabile. Per quello che ho fatto mi sa-
rei aspettata un plauso, e non una pri-
vazione delle competenze. Come se
non bastasse è anche una norma inap-
plicabile, perché il diritto comunitario
non prevede sconti. E poi, ha idea di
quali procedure discutiamo? Sa sotto
quale montagna di carta verrebbe sep-
pellito il commissario?»
Facciamo il caso che la norma non
venga stralciata. Quale sarà il suo at-
teggiamento?
«Ripeto, è inaccettabile».
Conferma di volersi dimettere?
«Ma perché insiste? Nella mia vita
non ho mai minacciato di dimettermi.
La norma per me è inaccettabile, è suffi-
ciente dire questo. Se non verrà modifi-
cata...»
Se non verrà modificata?
«Mi troverei in una situazione di pro-
fondo disagio. Oltre a essere inaccetta-
bile, l’articolo è anche inutile. A settem-
bre si prevedono di nominare i com-
missari per sbloccare 11 impianti. Eb-
bene, sei di questi sono di competenza
La nomina di Biggeri
(foto) , decisa nel 2001
dal governo di Giuliano
Amato venne
contestata subito dal
centrodestra per «una
questione di metodo».
Superate comunque le
rapide dello spoils
system, Biggeri ha
avuto per otto anni un
rapporto a corrente
alternata con i governi
di turno. Il fatto è che
le statistiche sono
numeri. Ma spesso, per
qualunque governo, si
rivelano scomode.
Giovannini
probabilmente sa già
quello che l’aspetta.
Compreso il problema
dell’annosa mancanza
dei finanziamenti.
Problema che
metterebbe addirittura
a rischio il prossimo
censimento.
Sono rimasta
amareggiata, ora
il provvedimento
deve essere modificato
oppure stralciato
Sergio Rizzo
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4
Venerdì 24 Luglio 2009 Corriere della Sera
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Corriere della Sera Venerdì 24 Luglio 2009
Primo Piano
5
#
America La svolta
75% Il gradimento Usa in Francia Il più
alto in Europa, dove è salito dal 2008
71%
Il gradimento Usa in Israele Unico Paese
al mondo in cui è sceso: -7% dal 2007
Sanità, slitta all’autunno la riforma Obama
WASHINGTON — Barack
Obama ha subito la prima an-
che se probabilmente tempo-
ranea sconfitta della sua Presi-
denza. Il Senato ha rinviato a
settembre il voto sulla rifor-
ma del sistema sanitario da
lui chiesto per la settimana
prossima, prima della sospen-
sione dei lavori parlamentari
per le vacanze estive. Lo ha an-
nunciato un suo sostenitore,
il leader democratico Harry
Reid, poche ore dopo che, a
una conferenza stampa nottur-
na alla Casa bianca, Obama
aveva spostato dal Congresso
alle case americane la sua bat-
taglia per la riforma, appellan-
dosi direttamente ai cittadini.
Facendo propri i dubbi di
molti americani e le istanze
dei repubblicani e dei cosid-
detti «blue dogs», i democrati-
ci conservatori, Reid ha deci-
so il rinvio del voto a settem-
continueremo a lavorare alla
riforma. L'avremo in autun-
no, è necessaria ed è urgen-
te». Il presidente ha aggiunto
di riscuotere un vasto consen-
so: «Il cambiamento è la base
del mio governo». E la rifor-
ma della sanità diventerà real-
tà, «così come gli americani
40 anni fa hanno camminato
sulla Luna».
Contrariamente a quanto af-
fermato dai leader repubblica-
ni, che hanno gridato alla vit-
toria, il rovescio non dovreb-
be indebolire Obama, anche
se la riforma venisse edulcora-
ta. Alla conferenza stampa, il
presidente aveva precisato
che la riforma sarà finanziata
da una sovrattassa sui redditi
di oltre un milione di dollari
annui - «porrei il veto a una
sovrattassa sui redditi medi»
- e dal taglio degli sprechi dell'
assistenza sanitaria pubblica
esistente, la Medicare per gli
anziani, e la Medicaid per i po-
veri. Aveva anche sostenuto
che la riforma costringerebbe
le assicurazioni mediche pri-
vate ad abbassare i prezzi
«che altrimenti raddoppiereb-
bero in 10 anni».
La riforma prevede un'assi-
curazione medica di stato per
47 milioni di persone che ne
sono attualmente prive, e se-
condo il presidente oltre a sal-
vare decine di migliaia di fami-
glie, ridurrebbe il deficit del
bilancio dello stato e creereb-
be nuovi posti di lavoro, con-
tribuendo al rilancio dell'eco-
nomia. Obama lo ha ribadito a
Cleveland: «Se non attueremo
la riforma i costi esploderan-
no e sbraneranno il bilancio.
Fino a 14 mila persone al gior-
no perderanno l’assicurazione
medica». La sconfitta interna
del presidente coincide para-
dossalmente con un trionfo in-
ternazionale. Un sondaggio
del Pew research center in 21
paesi ha accertato che grazie a
lui la popolarità dell'America
è salita in tutto il mondo, al
71 per cento in media dal 17
per cento del predecessore Bu-
sh, in particolare in Europa: in
Francia e in Germania, Oba-
ma è persino più popolare del
presidente Sarkozy e della can-
celliera Merkel. L'America ha
recuperato l'immagine anche
nei paesi islamici, eccettuati il
Pakistan la Palestina e la Tur-
chia. L'ha peggiorata invece in
Israele, dove Obama è ritenu-
to filoarabo.
L’immagine
Quella fretta
e l’esposizione
mediatica:
un boomerang
Acconciatura
È giallo
sui capelli
di Michelle
di ALDO GRASSO
bre definendo «preferibile
una riforma onesta e meditata
a una precipitosa e non condi-
visa». Il leader del Senato, che
ha bisogno di 60 voti su 100
per la riforma, aveva cercato
invano un accordo con l'oppo-
sizione e l'ala dissidente del
suo partito.
In visita a Cleveland, Oba-
ma si è mostrato combattivo:
«Non siamo mai stati così vici-
ni al successo», ha asserito.
«Abbiamo già trascinato l'eco-
nomia lontana dal baratro, e
Nessun taglio, soltanto
qualche forcina
sapientemente appuntata.
La portavoce di Michelle
Obama si è sentita
costretta a precisare che il
caschetto sfoggiato dalla
first lady a una serata
country alla Casa Bianca e
che ha diviso gli Usa in
favorevoli e contrari non
è stato ottenuto a colpi di
forbici. Michelle si era
solo appuntata i capelli!
Le novità
Il calo di popolarità registrato quasi
a sorpresa dal presidente Barack Obama
pone un vecchio problema teorico.
Nonostante il suo indubbio carisma,
la sua presenza scenica, la confidenza
con i media, l’indice di approvazione
del presidente è infatti calato al 55% dopo
i primi sei mesi alla Casa Bianca, un dato
superiore a quello di Bill Clinton nello
stesso periodo ma uguale a quello di
George W. Bush. Secondo un sondaggio
dell’ Associated Press-Gfk ,c’è
l’impressione che Obama voglia fare
troppe cose tutte insieme e con eccessiva
fretta. Crescono così i dubbi sugli effettivi
risultati che riuscirà a ottenere.
Il problema è dunque questo: conta di più
l’immagine che un leader riesce a crearsi
o contano di più i fatti concreti? Secondo
l’autorevole sito Politico.com , l’immagine
di Obama si starebbe appannando. Colpa
della sua massiccia presenza sui media,
a poche ore dall’ennesima conferenza
stampa tv in prima serata, la quarta
in sei mesi; tante quante ne fece il suo
predecessore George W. Bush nel corso
però dei suoi otto anni passati alla Casa
Bianca. È vero che Bush aveva seri
problemi a parlare in pubblico (ogni sua
apparizione era una manna per i talk
comici) ma da cosa dipende questa
sovraesposizione di Obama? Da due
fattori: uno è contingente ed è legato alla
politica dell’Amministrazione; l’altro
invece riguarda la complessa e autonoma
vita dei media. Da settimane va in onda
uno spot, curato dal suo staff, dal titolo
«Health Care, It’s Time», è il momento per
la riforma, in cui una serie di americani
senza copertura sanitaria raccontano la
loro storia drammatica e chiedono al
Congresso di fare presto. Obama ha
contro le potenti lobby delle assicurazioni,
dei medici e di quanti vivono sulla sanità
a pagamento, appoggiate dai repubblicani.
La fretta con cui il presidente vuole
ottenere l’approvazione del Congresso può
essere una cattiva consigliera. Obama sta
sopravvalutando la sua indubbia
fascinazione mediatica e rischia di
produrre un «effetto perverso»: il troppo
stroppia, l’overdose si ritorce contro e
annulla l’efficacia del messaggio. Ma ormai
l’icona di Obama vive anche di vita
propria, non è più controllabile dal diretto
interessato una volta che entra nel circuito
globale dei media, da quelli più
tradizionali come la tv a quelli
più recenti della Rete. Fox News ,
per esempio, lo massacra ogni giorno,
senza alcun riguardo.
Certo, se la riforma passa (e qui
torniamo al problema teorico posto
all’inizio) significa che la protezione
sanitaria verrà estesa a 47 milioni di
americani che ne sono privi e l’immagine
di Obama splenderà di luce nuova
(potrebbe persino concedersi delle
marachelle, pur nei limiti del puritanesimo
americano). Al contrario, la caduta
sarà libera.
Ennio Caretto
In marcia Obama verso la East Room della Casa Bianca (Epa)
Per tutti
La riforma
sanitaria Usa
punta a
estendere la
copertura a 47
milioni di
americani che ne
sono oggi
sprovvisti (il 15%
del totale)
Meno cara
Il piano intende
costringere le
compagnie
assicurative ad
abbassare i costi
attraverso
l’introduzione di
un sistema
pubblico (la cui
forma non è
ancora stata
definita) che
ridurrebbe a
2500 dollari la
spesa annuale
per la previdenza
di ogni famiglia
Deficit
Ridurrebbe il
deficit del
bilancio dello
stato e creerebbe
nuovi posti di
lavoro
Costi Sarà
finanziata da una
sovrattassa sui
redditi di oltre un
milione di dollari
annui e dal taglio
degli sprechi
dell’assistenza
sanitaria pubblica
esistente, la
Medicare per gli
anziani, e la
Medicaid per i
poveri
Discriminazione Il presidente ha protestato contro il caso del professore nero arrestato a Harvard
«Poliziotti stupidi». Regolati i conti
con il retaggio dell’agente razzista
dia dei proletari neri discriminati per
vincere la sua battaglia personale col
Cambridge Police Department».
Quando Obama ha detto che «c'è una
lunga storia di afroamericani e latini fer-
mati ingiustamente», la Black America
sa bene a cosa si riferisce. Gli afroameri-
cani, il 13% della popolazione Usa, rap-
presentano oltre il 40% della popolazio-
ne carceraria.
La colpa secondo Clarence Spigner,
docente alla University of Washington,
è della cultura cinematografica e lettera-
ria che da decenni esalta la figura del po-
liziotto razzista. Da Harry Callaghan, il
bullo col distintivo della fortunata serie
con Clint Eastwood al piedipiatti Pot
Pie Doyle (Gene Hackman) in Il braccio
violento della legge ,sinoa Los Angeles
nera di James Ellroy, il poliziotto che di-
sprezza i neri è secondo Springer, «uno
dei generi più redditizi della nostra cul-
tura popolare».
Persino due miti afroamericani quali
Denzel Washington e Samuel Jackson si
sarebbero prestati a questo terribile ste-
reotipo, interpretando, rispettivamen-
te, Training Day e Lakeview Terrace-La
terrazza sul lago , dove, teorizza Spi-
gner sul sito di storia afro-americana
blackpast.org, «vestono i panni dei raz-
zisti con la faccia scura. Schiavi che
scimmiottano il loro schiavista».
E mentre l'intellighenzia Usa scende
in campo per Gates, i poliziotti che pic-
chiarono a sangue Rodney King nel '91
e quelli che freddarono Amadou Diallo
nel '99, sono stati assolti da giurie pre-
valentemente bianche. A quest'ultimo,
colpito da 41 pallottole mentre usciva
da casa, Bruce Springsteen ha dedicato
una bellissima canzone.
Alessandra Farkas
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
legge per eliminare l'odioso trend dei
cittadini arrestati alla guida di un’auto,
solo in quanto neri». «Gates è finito
dentro solo in quanto nero a casa sua»,
incalza incredulo Remnick.
Di ben altro avviso il neocon William
Kristol che si schiera in difesa dell'agen-
te, irritato che Obama abbia osato abbat-
tere un tabù sacro in America: criticare
la polizia, uno dei pilastri della società
Usa. Dalla parte di Gates si sono schiera-
ti a sorpresa alcuni poliziotti mentre un
intellettuale nero e liberal come Boyce
Watkins, docente di finanza alla Syracu-
se University, accusa il collega di eliti-
smo: «L'America è più capitalista che
razzista», dice. E aggiunge: «Gates fac-
cia attenzione a non sfruttare la trage-
NEW YORK — «A Paterson questo è
il modo in cui vanno le cose/se sei ne-
gro è meglio che non ti faccia nemme-
no vedere per strada o ti incastrano»,
scriveva Bob Dylan nel '75 in Hurrica-
ne, la canzone di protesta dedicata al pu-
gile nero Rubin «Hurricane» Carter,
condannato ingiustamente per un tripli-
ce omicidio: 34 anni più tardi, nell'Ame-
rica di Barack Obama, la pelle nera con-
tinua ad essere un handicap.
«I poliziotti hanno agito in modo stu-
pido», ha detto il presidente americano
nel commentare l'arresto del suo amico
e docente di Harvard, Henry Louis Ga-
tes Jr., strappato al salotto di casa sua e
trascinato in commissariato in un tran-
quillo pomeriggio d'estate con l'accusa
di essere un rapinatore. «La razza — ha
aggiunto Obama — rimane un fattore
in questa società».
L'incidente ha scatenato un rovente
dibattito che ha spaccato in due il pae-
se. La prova più lampante, forse, che lo
storico arrivo del primo presidente ne-
ro alla Casa Bianca non basta, da solo, a
cancellare secoli di divisione e razzi-
smo.
David Remnick, direttore del presti-
gioso New Yorker riflette amareggiato
sul fatto che, «quand'era senatore dell'Il-
linois, proprio Obama sponsorizzò una
Letteratura
Il film
La canzone Il libro
Uno sceriffo razzista (Rod
Steiger) è il protagonista
di «La calda notte
dell’ispettore Tibbs»,
Oscar di Norman Jewison
con Sidney Poitier
Bruce Springsteen in «41
shots» ricorda come nel
1999 uno studente nero
del Bronx innocente sia
stato crivellato di colpi
(41) da poliziotti
Michael Moore in Stupid white
man : «I neri dovrebbero
portarsi inmacchina bambole
bianche gonfiabili così i
poliziotti razzisti penserebbero
che fanno gli autisti»
http://italmegaupload.blogspot.com/
Prima sconfitta per il presidente. Ma Barack: ci arriveremo come sulla Luna
128588347.056.png 128588347.057.png 128588347.058.png 128588347.059.png 128588347.060.png 128588347.061.png 128588347.063.png 128588347.064.png 128588347.065.png
Zgłoś jeśli naruszono regulamin