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COME SCRIVERE UN SAGGIO SCIENTIFICO: REGOLE FORMALI E CONSIGLI
COME SCRIVERE UN SAGGIO SCIENTIFICO: REGOLE FORMALI E
CONSIGLI PRATICI
ovvero
ciò che il vostro supervisor sa ma non ha mai avuto il coraggio di dirvi
Rodolfo Signorino e Davide Fiaschi 1
Università di Palermo
Dipartimento di Studi su Politica Diritto e Società G. Mosca
Università di Pisa
Dipartimento di Scienze Economiche
Ultimo aggiornamento 18/05/2007
1. Cosa è un saggio scientifico e perché esistono regole formali
codificate
Il saggio scientifico (‘paper’) è un vero e proprio genere letterario. In quanto
tale è caratterizzato da regole formali da tempo codificate. Tali regole sono
universalmente accettate dalla comunità degli studiosi professionisti di una
data disciplina scientifica (‘scholars’). Il mancato rispetto di anche una sola di
queste regole trasforma il componimento in qualcosa di categorialmente
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Una regola comunemente adottata quando si scrive un saggio a più mani è di riportare gli
autori in ordine alfabetico. Se questo non succede, come nel nostro caso, significa che il
primo autore è quello che più ha contribuito allo scritto.
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Come scrivere un saggio scientifico
diverso dal paper, ad es. lo trasforma in un articolo per un giornale non
scientifico, in un discorso politico o divulgativo etc.
Le affermazioni di cui sopra non nascono da sterile formalismo: la forma nel
caso di un paper è contenuto! L’apparente paradosso si risolve non appena si
accetta il fatto che il fine della ricerca scientifica è duplice: 1) scoperta di
nuove conoscenze e 2) divulgazione della scoperta alla platea degli scholars.
L’erudizione fine a se stessa o peggio il solipsismo sono attitudini e forme
mentali che non appartengono allo scholar: la scienza è comunicazione,
dialogo interpersonale con gli scienziati che non ci sono più, con quelli che ci
sono qui e ora e con quelli che verranno domani. Lo scholar non tiene
egoisticamente per se le proprie scoperte. Il suo fine è far avanzare la
conoscenza umana, non la propria individuale conoscenza: lo scholar è dunque
desideroso di condividere gratuitamente, rapidamente e integralmente il
nuovo sapere che ha prodotto. Per comunicare occorrono gli strumenti adatti
e l’abilità per usarli: il paper è lo strumento di cui si serve lo scholar per
comunicare, la sua abilità nel comunicare in modo corretto rivela il grado
della sua scholarship. Da qui la fondamentale importanza del rispetto delle
regole formali nella composizione di un paper. Il rischio della Torre di Babele,
della confusione delle lingue e dunque della mancata comunicazione è un
pericolo sempre presente e reale, un pericolo che uno scholar non sottovaluta
mai.
Chiariti questi concetti fondamentali, nelle sezioni seguenti studieremo le
regole formali del genere letterario ‘paper’ e forniremo alcuni consigli pratici
o trucchi del mestiere, utili per lo scholar giovane e non ancora ‘smaliziato’. In
particolare, cercheremo di chiarire la ratio di ogni regola. Ogni regola è stata
infatti codificata per ottemperare ad una o più finalità concrete. Tutto il reale
è razionale, in particolar modo nel campo della scienza! Comprese a fondo tali
finalità sarà più semplice sottomettersi alla disciplina delle regole codificate.
Sarà inoltre più facile violarle in modo intelligente!!
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R. Signorino – D. Fiaschi
2. La Prima Pagina
Nella prima pagina di un paper devono apparire nome e cognome dell'autore
(degli autori), l'affiliazione accademica, il titolo del saggio, il sommario, i
ringraziamenti, un indirizzo per la corrispondenza (ricordate: la scienza è
comunicazione!). Inoltre, è d'uso indicare alcune parole-chiave (max 5) che
aiutino il lettore ad inquadrare il contributo in una delle aree specialistiche in
cui è divisa la scienza economica (ad es: crescita, distribuzione del reddito,
tassazione ottima etc.). A tal fine si è affermato l'uso di riportare alcuni codici
che fanno riferimento alla classificazione di un'importante rivista americana, il
Journal of Economic Literature ( JEL ), codici che identificano le varie aree
specialistiche.
L’uso ormai generalizzato di parole-chiave e di codici di classificazione rivela
un principio di fondamentale importanza da tenere sempre a mente e su cui
torneremo più volte in seguito: Il lettore ha sempre ragione! L’autore di un
paper è, ovviamente, al servizio della verità scientifica; ma, una volta
individuata la verità scientifica, è al servizio del lettore. Vedremo infra che
cosa questo comporti in concreto.
2.1 Il titolo del paper
La prima cosa che si legge di un paper è il suo titolo. Da tale verità banale ma
non per questo insignificante deriva che il titolo deve essere ponderato con
molta cura. Bisogna assolutamente evitare un titolo troppo generico e
ambizioso, che possa indurre nel lettore una giustificata diffidenza. Ad es.
evitate titoli del genere “Una Teoria Generale....” o “Valore e Capitale”: senza
alcun dubbio il futuro vi riserva di diventare economisti più grandi di Keynes o
di Hicks; ma anche se siete consapevoli del radioso destino che
immancabilmente vi attende non è il caso di sbandierare tale consapevolezza
sin dal titolo del vostro primo paper!
Bisogna del pari evitare un titolo troppo specifico o troppo tecnico che possa
scoraggiare il lettore non ferrato nell'argomento specifico. Esiste un trade-off
ineludibile fra specificità del titolo e numero di lettori del vostro paper. Sta a
voi scegliere il punto ottimo dove situarvi!
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Come scrivere un saggio scientifico
Detto ciò che non va fatto, purtroppo non abbiamo molto da darvi come
consigli in positivo su ciò che va fatto. Ciò che possiamo dire è che il titolo
deve essere accattivante, d’effetto ( cum grano salis ); ma nello stesso tempo
deve dare informazioni utili sull'argomento trattato. L’obiettivo è suscitare la
curiosità del lettore; ma ricordate che la curiosità del lettore e la sua
disponibilità a leggere il vostro paper sono una cambiale a breve scadenza: i
debiti di gioco si pagano e le promesse del titolo vanno mantenute nel corpo
del paper.
2.2 Il sommario
Il sommario (‘ abstract ’) è un elemento essenziale del paper. Molti lettori
leggono solo il titolo e l’abstract di un paper (e solo pochi si spingono fino alle
conclusioni). Perché è invalsa tale non commendevole pratica fra i lettori? Per
la semplicissima ragione che il tempo del lettore è scarso e suscettibile di usi
alternativi.
Inoltre, sono le stesse riviste scientifiche, i luoghi di pubblicazione naturali
per un paper, a richiedere che il paper sia corredato da un abstract del paper
medesimo. Le riviste specificano in modo tassativo il numero massimo di
parole dell’abstract (di norma 100 parole).
L’abstract deve contenere una sintesi del problema trattato e delle conclusioni
più importanti raggiunte. L’autore del paper deve dunque selezionare ciò che è
veramente importante e innovativo del proprio lavoro. Se si incontrano
difficoltà nella scrittura dell’abstract spesso la ragione è che non si è del tutto
soddisfatti del proprio lavoro. È un campanello d’allarme da non
sottovalutare!
2.3 I ringraziamenti
I ringraziamenti per chi ha letto e dato suggerimenti sulle versioni preliminari
del paper sono un dovere molto sentito specialmente nel mondo anglosassone.
Non dimenticate la formula di rito che ‘scagiona’ i ringraziati da eventuali
errori presenti nel lavoro (del tipo “usual disclaimers apply” o “I want to thank
without implicating…”). Evitate di ringraziare troppo persone! È vero: avete
presentato versioni preliminari del vostro paper a innumerevoli seminari,
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R. Signorino – D. Fiaschi
workshops e conferenze, avete ricevuto consigli e pareri da decine e decine di
studiosi in varie parti del mondo. Ma al lettore non interessa ricostruire in
dettaglio il travaglio intellettuale e le doglie del parto che vi hanno condotto al
prodotto finito (il paper nella sua forma attuale). Solo due, massimo tre
persone hanno veramente inciso sul vostro lavoro lasciando una impronta
caratterizzante. Chiamate in correità solo quelle!
3. L’ Introduzione
L’introduzione di un paper deve sempre contenere i seguenti elementi e li deve
contenere nell’ordine indicato:
3.1 Esposizione dettagliata e esaustiva dei risultati (i più recenti, almeno)
conseguiti dagli scholars che si occupano dell’argomento cui vogliamo
contribuire
Motivo n.1: non siamo i primi scienziati nella storia dell’umanità! Altri prima
di noi hanno lavorato duramente sul nostro stesso argomento e le loro
scoperte sono state universalmente accettate come scientifiche. Per rispetto
nei confronti di chi ci ha preceduto e, come vedremo infra , per rispetto nei
confronti dei nostri potenziali lettori, occorre dar conto dei risultati conseguiti
da chi ci ha preceduto.
Consiglio: ricordare sempre che siamo nani sulle spalle di giganti!
Ulteriore consiglio: soprattutto se si è alle prime armi o se ci si occupa di un
dato tema per la prima volta evitare di affrontare un argomento troppo
complesso, su cui esiste una vasta letteratura. Il motivo è ovvio: tanto più la
letteratura su un tema è vasta tanto più è difficile padroneggiarla in tutti i
suoi aspetti. Il rischio di dire banalità o cose già dette da altri è molto alto. La
tattica migliore è spesso la seguente: iniziare con un tema molto circoscritto
su cui hanno scritto in pochi, così da essere sicuri di conoscere tutta la
letteratura sull’argomento e progressivamente allargare il focus della ricerca
nei papers successivi. Una delle tentazioni tipiche dello scholar giovane è
quella di voler dire troppo e subito, concentrando tutto in un unico paper.
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